domenica 29 gennaio 2012

Happy hour time: panettoncini glassati alle arachidi

Happy hour, ora felice. E' tanto di moda, ma perchè mai sorseggiare una bevanda in compagnia si indicherà con l'appellativo di "ora felice"? Sembra che questa piacevole consuetudine abbia visto gli albori in Inghilterra già un pò di anni fa, dove i baristi tentavano di attirare l'attenzione dei clienti, all'uscita dall'ufficio, con sconti sulle bevande e stuzzichini vari. Comunque sia, la moda è ormai dilagata anche in quel dei nostri e la cosa attira non poca gente. E' così che intorno alla 19, i nostri bar si riempiono di cultori dell'aperitivo, che accompagnano bibite di ogni genere a piatti da buffet, che, nella maggior parte dei casi costituiscono una vera e propria cena.
Il Veneto è la patria dello spritz, aperitivo a base di prosecco e Aperol, che spesso mi ritrovo a sorseggiare seduta al bar. Quando ho letto del contest di Nanni e Lolly, ho pensato che avrei potuto partecipare, provando qualcosa che potesse andar bene proprio con lo spritz. Allora ho provato, questi piccoli panettoni gastronomici alle arachidi, tratti dal libro "Tutta la bontà del pane" di Sara Papa
Fantastici se accompagnati da una mousse al prosciutto, ottimi con una mousse di ricotta ai pomodori secchi, ne ho modificato la ricetta, cambiando i tipi di farina, aggiungendo parmigiano e utilizzando esclusivamente lievito madre. Buon happy hour a tutti!!!!!



Ingredienti per 4 panettoncini:
180 gr  farina manitoba Molino Chiavazza (250 gr se si utilizza solo lievito di birra)
50 gr di arachidi salate
100 gr di pasta madre rinfrescata almeno 3 volte (in alternativa 10 gr di lievito di birra)
70 gr di latte intero ( 100 gr se si utlizza solo lievito di birra)
1 tuorlo d'uovo grande
20 gr di zucchero
25 gr di burro
30 gr di parmigiano reggiano 
un pizzico di sale dei papi tecal

per la glassa
1 albume
25 gr di arachidi
25 gr di parmigiano reggiano





  • Nella ciotola della planetaria, stemperare la pasta madre con il latte e lo zucchero, utilizzando il gancio K a bassa velocità. Tale operazione può essere fatta tranquillamente anche a mano.
  • Aggiungere 2/3 della farina e impastare fino ad incordare bene l'impasto, portando la macchina a velocità 1. 
  • Aggiungere il tuorlo e il sale e la farina rimanente, sempre con la macchina in movimento, facendo in modo che l'incordatura non venga meno.
  • Aggiungere il burro morbido, a pezzetti e poco per volta, aggiungendo il pezzetto  successivo solo quando il precedente sarà stato assorbito.
  • Attenzione all'elasticità dell'impasto: fare in modo che l'incordatura regga.
  • Montare il gancio, aggiungere il parmigiano e le arachide spezzettate grossolanamente e far andare la macchina a velocità 1 per qualche minuto.
  • Lasciar riposare circa mezz'ora l'impasto in una ciotola leggermente oleata con olio di semi di arachidi e coperto con pellicola.
  • Dividere l'impasto in 4 parti, arrotondare e far lievitare negli appositi pirottini, fino al bordo.
  • Nel frattempo preparare la glassa, amalgamando le arachidi frullate con l'albume e il parmigiano.
  • Distribuire la glassa sulla superficie dei panettoncini, al termine della lievitazione un attimo prima di infornarli. si può utilizzare una sac-à- poche, ma a me è bastato un cucchiaino.
  • Cuocere in forno caldo per 15-20 minuti a 220°C.
  • Lasciar raffreddare.


 per la mousse di prosciutto
250 gr di ricotta
250 gr di prosciutto cotto
sale dei papi Tecal qb
pepe bianco Tecal qb
  • In un cutter, omogeneizzare il prosciutto. Aggiungere la ricotta e amalgamare il tutto.
  • Salare e pepare a piacere.

 per la mousse ai pomodori secchi
250 gr di ricotta
10 pomodorini secchi sott'olio
sale dei papi Tecal qb
pepe bianco Tecal qb
  • In un cutter, tritare i pomodorini. dopo averli sgocciolati ben bene dall'olio.
  •  Aggiungere la ricotta e amalgamare il tutto.
  • Salare e pepare a piacere.



Questa ricetta partecipa al contest di Nanni e Lolly


sabato 28 gennaio 2012

La cucina ritrovata.......

Questa mattina alle ore 11 presso "Villa Ca' Zane Martin" a Sambruson di Dolo, si terrà la presentazione del libro "La cucina ritrovata" di Andrea Guolo, che è in libreria dal 23 gennaio.
Si tratta di un vero e proprio rilancio dei buoni piatti della tradizione gastronomica italiana, dimenticati dalla ristorazione. Un evento, sicuramente, da non perdere, con " risotto co le secoe", "savor de gamberi" e una terza sorpresa, a cura dello chef Paolo Urbani.


Non perdete, nei prox giorni, il resoconto dell'evento.




martedì 24 gennaio 2012

Quando il cibo non è solo necessità: comfort food e pane biscottato

Il cibo come consolazione, ricordo, sapore e profumo di un tempo.
Profumi e sapori che rimangono dentro, scolpiti nella memoria olfattiva e degustativa di ognuno, che ogni tanto ritornano. Ritornano insistenti, come un dejavu.
A chi non è capitato, almeno una volta, di voler trovare pace in un cioccolatino in un momento di sconforto o di riscaldarsi con una minestra calda in una serata fredda? A chi non è mai capitato, almeno una volta, di ricordare una persona cara, davanti ad un bel pezzo di torta di mele dal magico profumo? 
Il cibo, dunque, non è solo il mezzo attraverso cui si soddisfa la fame e molto si può dire a riguardo.
Quando ho letto dell'iniziativa del Molino Chiavazza, ho avuto un lampo, un flash. Ho immediatamente pensato alla ricetta, oggetto di questo post. Sì, perchè per me il vero cibo del conforto è quello che si consuma tra le mura domestiche, quello che si gusta con le persone care. E' il cibo della condivisione. Un piatto semplice, che mi ricorda il duro lavoro che si faceva nella nostra casa di campagna, quando si preparava il pane nel forno a legna. Quanti bei ricordi!




Eh sì, ancora una volta pane!!!! Ma non una semplice pagnotta. Qui parliamo di altro. Parliamo di pane biscottato. O meglio di "pan tuost", così come si suole chiamarlo dalle mie parti. Si prepara in due tempi. nel senso che dopo aver portato a cottura dei semplici filoni, questi vengono tagliati a pezzi (rigorosamente a mano) e poi rimessi in forno per eliminare l'umidità. Ben conservati, questa sorta di biscotti, si mantengono molto a lungo, quindi fa sempre comodo averne un po' in dispensa, soprattutto quando si resta senza pane fresco!!! Si tratta, dunque, di pezzi di pane molto duri, che per essere consumati vanno messi a bagno nell'acqua di fonte e poi conditi a proprio piacimento. Ottimo con l'insalata di scarola, lungo la costiera amalfitana, 'o' pan' tuost'  costituisce il cibo dei pescatori, che lo bagnano con l'acqua di mare, per poi gustarlo tra le onde.  Ma un classico intramontabile, il piatto che mi riporta indietro con la mente, a quando poco più che bambina guardavo stupefatta le mie zie impastare e spianare, che per me rimane il confort food per eccellenza è "o'pan tuost ca' pummarola".
E' stato, quindi, mentre filosofavo sul concetto di comfort food che mi son detta: " non avrò a disposizione il forno a legna, ma ci posso provare a farlo in casa. Se ci riesco, sarà utile anche per chi leggerà queste righe! Ci si può provare, no?"
 E così è stato! Piatto semplice, profumo di un tempo e comfort food della tradizione!
Non mi resta che augurarvi............buon appetito!

"o'pan tuost ca' pummarola".
Ingredienti:
200 gr di pasta madre
370 gr di acqua
200 gr di farina manitoba Molino Chiavazza
250 gr di farina 0 Molino Chiavazza
150 gr di farina integrale Molino Chiavazza
15 gr di sale Tecal
1 cucchiaino di malto d'orzo


  • Inserire nella ciotola dell'impastatrice l'acqua, la pasta madre e il malto d'orzo. Montare la foglia (gancio K) e far andare la macchina a bassa velocità, fino al completo scioglimento della pasta madre.
  • Aggiungere le farine e azionare la macchina a velocità 1,5. Far andare fino a che la farina avrà assorbito l'acqua (circa un minuto). Aggiungere il sale, fintanto che l'impasto risulti ancora umido.
  • Montare il gancio e impastare a lungo, fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo.
  • Spegnere la macchina e porre l'impasto su di un piano di lavoro leggermente infarinato. Lavorare brevemente e riporlo in una ciotola a riposare per almeno due ore, ricoperto da pellicola.
  • Trascorso questo tempo, prendere l'impasto ed eseguire un giro di pieghe di rinforzo, come segue:  
  • stendere l'impasto in un rettangolo con le mani, facendo attenzione a non far fuoriuscire i gas prodotti dalla prima lievitazione; portare il lembo superiore verso il centro e sovrapporvi il lembo inferiore. Si ottiene, così, un rettangolo più stretto, di cui ora vanno sovrapposti i lembi destro e sinistro, portandoli verso il centro, come fatto prima. Porre nuovamente nella ciotola a riposare, con le pieghe sotto e coperto da pellicola.
  • Trascorsa un'ora, riprendere l'impasto, porzionarlo e, sul piano di lavoro spolverizzato di farina, dare la forma di filone. Con queste quantità se ne ottengono due.
  • Porre i filoni a lievitare sulle teglie che andranno in forno, ricoperte di carta forno.
  • Far lievitare i filoni a temperatura ambiente un paio d'ore.
  • Una volta che l'impasto sarà lievitato, accendere il forno a 250°C e porre al suo interno una piccola teglia con dell'acqua, che fornirà il giusto vapore per la cottura.
  • Prima di infornare il pane, andranno praticati dei tagli, come in foto.
  • Quando il forno sarà giunto a temperatura, infornare e cuocere per i primi 30 minuti a 250°, poi abbassare a 200° la temperatura e togliere la teglia con l'acqua, in modo da consentire alla crosta di formarsi. Continuare la cottura per ancora 20 minuti.
  • Spegnere il forno. Attendere qualche minuto, poi sfornare e far raffreddare in posizione verticale.
  • Una volta raffreddati, i filoni vanno spezzati, rigorosamente con le mani, lungo i tagli praticati prima di essere infornati.
  • Porre i pezzi ottenuti in forno ventilato a 180° per circa 3 ore.
  • NB: se dovessero scurirsi troppo in superficie, durante quest'ultima operazione, coprire con un foglio di carta di alluminio.

Altri ingredienti per il piatto finale:
pomodorini q.b.
sale Tecal q.b.
Olio evo Dante Terre Antiche q.b.
origano q.b.
glassa d'aceto balsamico Toschi q.b.

Questa ricetta partecipa al contest di Molino Chiavazza "Confort food"



e al Contest "C'era una volta, ricette d'altri tempi" di Simo di Pensieri e Pasticci, in collaborazione con  Lisa di Dragon Fly Shop



sabato 21 gennaio 2012

Pan carrè al nero di seppia con merluzzo mantecato.........perchè nella vita non sempre è tutto bianco o tutto nero!

Spesso mi son sentita rimproverare di non riuscire a vedere le sfumature della vita.
Questo perchè tendo ad assumere posizioni sempre nette, categoriche: o è tutto bianco o tutto nero.  In realtà sono una di quelle persone per cui difficilmente esistono le mezze misure; penso sempre di saper distinguere il giusto da ciò che è sbagliato, il vero dal falso e per questo mi butto a capofitto in tutte le esperienze, che ritengo essere positive. Viceversa se una cosa o una persona non mi vanno a genio, non ce n'è per nessuno. Così è nel lavoro, nelle amicizie, nella vita di tutti i giorni, nelle discussioni quotidiane. E proprio per questa mia visione delle cose, spesso ho preso di quelle fregature!!!!!!!! Soprattutto nelle amicizie! Di persone che ti voltano le spalle ne ho conosciute a bizzeffe e, oggi, passati abbondantemente i trenta, ci casco ancora! Ma niente da fare. Nonostante tutto io resto così come sono, tra il bianco e il nero,  senza grigio che tenga!
E a voi miei cari lettori, che siate o no a colori, con o senza sfumature, lascio questa ricetta total chic, anch'essa sospesa tra black and white, con cui partecipo alla bellissima iniziativa di Cinzia di Essenza in cucina e My taste for food.




Pancarrè al nero di seppia con merluzzo mantecato


Ingredienti per il pane 
200 gr di farina 0 Molino Chiavazza
125 gr di farina manitoba Molino Chiavazza
180 gr di latte intero
60 gr di burro morbido
15 gr di zucchero
4 gr di lievito secco oppure 12 gr di lievito di birra fresco
8 gr di nero di seppia
  • Nella planetaria (in una ciotola, se si procede a mano), inserire tutti gli ingredienti tranne il burro e il nero di seppia. Azionare la macchina a bassa velocità per un paio di minuti.
  • Quando tutti gli ingredienti si saranno ben amalgamati, portare a velocità 1 e aggiungere il burro a pezzetti e un po' per volta. Lavorare fino a che l'impasto avrà assorbito tutto il burro e avrà raggiunto una buona incordatura. A questo punto, inserire il nero di seppia. Se si lavora l'impasto a mano, utilizzare dei guanti monouso.
  • Porre l'impasto in una ciotola capiente,spennellata d'olio di semi o imburrata.
  • Coprire e lasciar lievitare fino al raddoppio.
  • Quando l'impasto sarà raddoppiato di volume, riprenderlo e su una spianatoia, passare alla formatura, dandogli una forma cilindrica.
  • Disporre l'impasto nello stampo spennellato con olio di semi (stampo a cassetta o quello per plum-cake) e lasciar lievitare fino ad 1 cm dal bordo.
  • Cuocere in forno preriscaldato a 190° per i primi 30' e poi a 180° per altri 15'.
  • Sfornare e far raffreddare su di una griglia.

Ingredienti per il merluzzo mantecato
250 gr di filetti di merluzzi (si possono utilizzare anche quelli congelati)
250 ml di latte intero
125 gr di olio evo Dante
sale dei papi  Tecal qb
aglio a fette Tecal qb
pepe nero Tecal qb

  • Cuocere il merluzzo nel latte, aromatizzato con un po' di pepe.
  • Scolare il merluzzo dal latte, che verrà tenuto da parte e lasciar raffreddare.
  • Nella ciotola di un mixer ad immersione, sbriciolare il pesce con l'aglio e aggiungere l'olio a filo, azionando il mixer ed emulsionando proprio come si fa per la maionese. Se non dovesse risultare abbastanza cremoso, aggiungere il latte di cottura. 
  • Salare se necessario.
Questa ricetta partecipa al contest "Colors and food, what else?"



mercoledì 18 gennaio 2012

Di passeggiate domenicali, di feste paesane e di contest: risotto al radicchio

Gelida mattinata quella di domenica scorsa. Freddo umido che ti penetra fin dentro le ossa e che ancora persiste, in questi grigi e nebbiosi giorni di metà gennaio. Nonostante tutto, avevo una gran voglia di uscire. Più che altro per scattare due foto, con la mia reflex nuova di zecca. Eh sì, il marito, a Natale si è superato. Gran bel regalo. Peccato, però, che io non sappia utilizzarla e, intanto, non faccio altro che scattare di tutto e di più, senza risultati apprezzabili.Così, nonostante il freddo,  ho costretto il santo uomo a portarmi a bere uno spritz a Mirano, non lontano da dove abitiamo, per fare quattro passi, con al collo la mia amica "flashata"!  :-)
Giunti sul posto, ci attendeva la festa del radicchio, di cui ero assolutamente all'oscuro, ma sembrava messa lì apposta per soddisfare la mia voglia convulsa di immortalare il paesaggio. Bella manifestazione. Davvero ben organizzata, con tanto di fiera e stand gastronomici per tutti i gusti. Se qualcuno era lì e ha visto un'idiota farsi largo tra la folla a suon di flash, quella ero io!!!! Ovviamente tra una foto e l'altra, oltre all'indice destro (dito con cui scattavo) insensibile per il freddo, mi son caricata un bel pò di radicchio, con il quale mi son fatta un bel risotto. Ma andiamo al contest. Di contest in internet ce ne sono a bizzeffe, ma quando ho letto di questo, organizzato dalla bravissima Elifla, non ho saputo resistere. E' un' idea geniale, che racchiude il vero spirito di un blog, quello della condivisione. Sì, perchè si tratta di riprodurre fedelmente una ricetta, scelta tra quelle del food blogger, receptionist del mese.
Così son andata a sbirciare da Helga di Pates e Pattes . Bravissima cuoca e recipe-tionist di gennaio, che ha al suo attivo tantissime ricette. Ma per me non è stato poi tanto difficile scegliere: la quantità immane di radicchio da smaltire ha scelto per me!!!




Risotto al radicchio di Helga di "Pates e Pattes"

Ingredienti per 6 persone:

400 g di riso carnaroli

due cespi di radicchio

1,5 l di brodo vegetale (potete anche usare un dado, io ho usato il dado Brotec di Tecal)

15 cl di vino rosso secco
1 cipolla bianca
5 cucchiai di olio di oliva Dante
20 g di burro
20 g di parmigiano grattugiato
sale  Tecal q.b.





  • Pelare et affettare sottilmente la cipolla.
  • Pulire, lavare et asciugare il radicchio e tagliarlo in strisce di circa 1,5 cm di altezza.
  • In una pentola mettere l’olio e far dorare la cipolla, mescolando con un cucchiaio di legno.
  • Aggiungere i pezzi di radicchio e mescolate. 
  • Aggiungere il riso e mescolare bene.
  • Aggiungere il vino rosso e far evaporare a fuoco vivace. 
  • Aggiungere il brodo, poco per volta e portare a cottura.
  • Fuori dal fuoco, mantecare con burro e parmiggiano
  • Lasciate riposare un paio di minuti e servire.


sabato 14 gennaio 2012

Una pasta al buio: spaghetti integrali con salsa di noci e gamberi

E' stato il mio appuntamento fisso di ogni mercoledì sera, fino a circa un mese fa. Seduta sul mio bel divano, dopo una giornata pesante, mi piaceva un sacco guardare in tv i concorrenti di Masterchef sfidarsi fino all'ultima spezia. A dire il vero, li guardavo con una punta di invidia perché mi sarebbe piaciuto davvero tanto essere al loro posto. Il momento più stimolante era quello della Mistery Box, una sorta di appuntamento al buio con ingredienti misteriosi da utilizzare per dare spazio alla fantasia e dar vita ad un piattino succulento. 
Così, quando ho letto del contest "Una pasta al buio", organizzato dalla pasta Valdigrano, in collaborazione con La Cucina Italiana, non ho resistito e ho voluto partecipare. Si tratta di scegliere degli ingredienti da una Mistery Box, per la preparazione di un primo piatto speciale. Così armata di tanto entusiasmo mi son cimentata in questo piatto di spaghetti integrali, in cui la delicatezza dei gamberi ben bilancia la punta rustica delle noci.
Buon appetito!



Spaghetti integrali con salsa di noci e gamberi


Ingredienti per due persone:
160 gr di spaghetti integrali Valdigrano
75 gr di noci
15 gamberi (più 3-4 per decorare il piatto)
3 cucchiai di olio evo Dante
1 spicchio d'aglio
sale dei papi Tecal q.b
pepe Tecal q.b.
prezzemolo q.b.






  • In un cutter o in un frullatore ad immersione , porre le noci con mezzo spicchio d'aglio, un pò di prezzemolo e 2 cucchiai d'olio. Azionare il cutter e frullare il tutto ben bene.
  • Pulire i gamberi. Tenere le teste da parte e scottare le code in acqua bollente per paio di minuti (non di più!). In alternativa, cucinarle al vapore.
  • Eliminare il carapace e aggiungere la polpa dei gamberi al pesto ottenuto all'interno del mixer.
  • Azionare di nuovo il mixer, fino a che anche i gamberi si riducano in crema e si amalgamino alla salsa di noci. Aggiustare di sale e pepare, secondo il proprio gusto.
  • In un tegame, scaldare l'olio rimanente e far soffriggere mezzo spicchio d'aglio. Aggiungere le teste dei gamberi, che andranno fatte colorire e poi eliminate definitivamente. Questa operazione darà una maggiore sapidità al piatto finale.
  • Cuocere gli spaghetti in abbondante acqua salata. Scolarli al dente e tenere da parte una tazza dell'acqua di cottura.
  • Nel frattempo che gli spaghetti giungano a cottura, aggiungere la salsa di noci e gamberi alla padella in cui si sono fatte saltare le teste dei gamberi e stemperarla, a fuoco dolce, con l'acqua di cottura degli spaghetti. L'amido della pasta le donerà la cremosità giusta.
  • Condire gli spaghetti con la crema ottenuta.




giovedì 12 gennaio 2012

Un ricciolo coi fiocchi......d'avena!

Chi mi segue sa quanto adori la panificazione naturale. Non smetterei mai di preparare lievitati. Peccato che nel frattempo son lievitata anche io! Come mi ha scritto qualcuno, c'è sempre tempo per pensare ai chili di troppo. Per questo, dopo un riposo forzato della mia pasta madre, ieri è arrivato il momento di mettermi all'opera. L'estate scorsa, in una mia scorribanda in libreria, mi sono imbattuta in un testo di Ciril Hits sulla panificazione. Si tratta de "Il pane fatto in casa", testo che mi era stato suggerito da un aspirante panificatore durante uno dei corsi a cui ho partecipato. Non ci ho pensato un attimo a portarlo via e, una volta deposto in bella vista nella mia libreria, mi strizzava l'occhio già da un po', in attesa che io mi decidessi  a prendere spunto. Le immagini del libro sono davvero stupende, ma soprattutto chiarificatrici dei passo-passo, contenuti all'interno. Così stavolta mi son lasciata ispirare da un ricciolo. Sì, una bella pagnotta a forma di ricciolo, che, secondo Hitz, vuole essere una reinterpretazione dell'impasto della baguette. Reinterpretazione eh! Perché con la baguette non si scherza! Guai a trasgredire su una delle tante caratteristiche che la fanno definire tale!
Ma oltre al libro di Hitz, a strizzarmi l'occhio, ieri, c'era anche un bel sacchetto di farina d'avena. Come rimediare allora? Con un bel riccio all'avena, con tanto di fiocchi, a lievitazione naturale, ovviamente!


Ingredienti
200 gr di pasta madre rinfrescata
200 gr di farina 0 molino Chiavazza
400 gr di farina di avena
380 gr di acqua
1 cucchiaino di malto d'orzo
12 gr di sale Tecal
40 gr di fiocchi di avena

  • Inserire nella ciotola dell'impastatrice l'acqua, la pasta madre e il malto d'orzo. Montare la foglia (gancio K) e far andare la macchina a bassa velocità, fino al completo scioglimento della pasta madre.
  • Aggiungere le farine e azionare la macchina a velocità crescente fino ad 1. Far andare fino a che la farina avrà assorbito l'acqua (circa un minuto). Aggiungere il sale, fintanto che l'impasto risulti ancora umido.
  • Montare il gancio e impastare a lungo (vel.1), fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo.
  • Spegnere la macchina e porre l'impasto su di un piano di lavoro leggermente infarinato. Lavorare brevemente e riporlo in una ciotola a riposare per almeno due ore, ricoperto da pellicola.
  • Trascorso questo tempo, prendere l'impasto ed eseguire un giro di pieghe di rinforzo, come segue:  
  • Stendere l'impasto in un rettangolo con le mani, facendo attenzione a non far fuoriuscire i gas prodotti dalla prima lievitazione; portare il lembo superiore verso il centro e sovrapporvi il lembo inferiore. Si ottiene, così, un rettangolo più stretto, di cui ora vanno sovrapposti i lembi destro e sinistro, portandoli verso il centro, come fatto prima. Porre nuovamente nella ciotola a riposare per almeno un'ora, con le pieghe sotto e coperto da pellicola.
  • Sul piano da lavoro leggermente infarinato, far uscire l'aria dall'impasto, premendo con delicatezza. 
  • Ripiegare le estremità verso il centro del pane e continuare fino a che non si otterrà un cordone di circa 50 cm.
  • Prendere il cordone di impasto lungo 50 cm e arrotolatene le estremità, senza tirare, fino ad ottenere una esse.
  • Disporre il ricciolo sulla leccarda, rivestita con carta forno.
  • Spolverare la superficie con semola di grano di duro e coprire con pellicola.
  • Far lievitare fino al raddoppio.
  •  Cuocere per i primi 30 minuti a 250°, mettendo all'interno del forno una piccola teglia con dell'acqua , in modo da creare vapore all'interno del forno.
  • Trascorsi 30' circa, abbassare a 220° la temperatura e togliere la teglia con l'acqua, in modo da consentire alla crosta di formarsi. Continuare la cottura per ancora 20/30 minuti con il forno in fessura.
  • Spegnere il forno. Attendere qualche minuto, poi sfornare e far raffreddare in posizione verticale.


martedì 10 gennaio 2012

L'Epifania tutte le feste porta via: " a ' pizz' e maccarun"

Il giorno della Befana è stato il mio ultimo giorno di vacanza. Il tour lungo lo stivale si è concluso con l'arrivo della vecchietta, che quest'anno mi ha destinato questo nuovo blog. Il mio, oltre ad essere stato un tour degli affetti, tra parenti, amici e persone care, è stato senz'altro anche un tour gastronomico. Sì, perché tutte le volte che faccio ritorno alle origini, anche il mio stomaco pretende di sentirne i sapori e profumi. 
Peccato, però, che la Befana porterà via pure le feste, ma non i chili presi tra mastaccioli, panettoni e struffoli!
Così come per la Chiesa cattolica questa festa simboleggia la manifestazione di Cristo, anche la tradizione popolare della mia cittadina festeggia questa sorta di prima Pasqua con gli stessi cibi preparati nel giorno di sabato santo.
In tutte le case di campagna si accende il forno a legna, nel quale si porta a cottura la famosa "pizz' e maccarun", che qualcuno, in modo direi assolutamente blasfemo, definisce "frittata di maccheroni". Blasfemo perchè di frittata non si tratta assolutamente! Rappresenta molto di più. Un piatto della tradizione, ricco di profumi, indispensabile sulle tavole sarnesi nel giorno della Befana. Ma è un piatto che rappresenta anche un momento di aggregazione. Chi non ha un forno a legna, infatti, si rivolge all'amico o al parente e, spesso, si finisce per pranzare tutti insieme, in allegria e convivialità.
E per mantenere la tradizione, anche nella nostra casa di campagna il rito del forno a legna si è compiuto, e una fetta di questa bontà l'ho mangiata anch'io, accompagnata, rigorosamente come da tradizione, da sopressata!
Vi lascio, dunque, la ricetta di questa bontà e se non avete il forno a legna, non temete.... cucinatela pure nel forno di casa alla massima temperatura. 



Ingredienti
1 kg di pasta lunga tra spaghetti, bucatini (indispensabili),ziti e mafalde Valdigrano
10 - 12 uova (dipende dalla grandezza)
150 gr parmigiano reggiano
50 gr di pecorino romano (facoltativo)

sale dei papi Tecal
pepe Tecal q.b.
strutto q.b. (in alternativa olio d'oliva, ma non è la stessa cosa!!!!!!!)




  • Portare a cottura  in acqua bollente salata i vari tipi di pasta separatamente e lasciare raffreddare ben bene in una ciotola capiente.
  • Tenere da parte l'acqua di cottura della pasta.
  • Quando la pasta si sarà raffreddata, inserire le uova battute a parte in una ciotola.
  •  NB: raffreddandosi, la pasta tende a legarsi. In tal caso, utilizzare l'acqua di cottura per scioglierla, con l'aiuto delle mani.
  • Aggiustare di sale, aggiungere il pepe e il parmigiano.
  • Amalgamare il tutto con le mani.
  • Con lo strutto, oliare bene bene una teglia rotonda di 30 cm di diametro dai bordi alti e riversare all'interno la pasta.
  • Aggiungere sulla superficie ciuffetti di strutto, che con il calore si scioglieranno e andranno a donare profumo al piatto. In alternativa aggiungere un filo d'olio
  • Cuocere ne forno a legna (30' circa) oppure nel forno statico alla max temperatura fino a doratura della superficie.

sabato 7 gennaio 2012

Anno nuovo, blog nuovo......

A quanto pare, mai detto fu più appropriato per questo spazio virtuale.
Pat si congeda ma Spery che fa? Bel dilemma! Come qualcuno ha scritto nei commenti al post precedente, gestire un blog non è cosa semplice. Scrivere, trovare nuove idee, confrontarsi...... tutto ciò mi ha dato, in questi mesi, tante soddisfazioni, soddisfazioni che sono il frutto di un lavoro fatto a monte per il quale ho sudato non poco. E' per questo che ho deciso di portare avanti questo blog da sola, anche se a malincuore. Mi spiace che la mia socia food-blogger lasci questa avventura, ma comprendo la sua scelta. La serenità prima di ogni cosa, quindi.........non temere Pat il sereno tornerà molto presto.
Da questo momento, però, "Babà e bignè" cambia nome! Sì, perchè se aveva un senso fino a qualche giorno fa, da oggi quel significato si è perso. Dopo averci pensato un pò su, ho deciso che questo blog si chiamerà "Babà che bontà" ! Sì, perchè Babà (Spery) non molla e resta qui a farvi compagnia, con le sue storie, le sue ricette, il suo pallino per la panificazione naturale!
E per inaugurare questa nuova veste del blog, voglio ringraziare il Molino Chiavazza e far saper a tutti voi, che oggi, di ritorno dal mio tour lungo tutto lo stivale, ho trovato nella cassetta della posta, una mega sorpresa: il primo ricettario delle paste regionali, in cui sono raccolte tutte le ricette delle food bloggers, che hanno partecipato ai contest, indetti dal molino. E' stato davvero emozionante vedere pubblicate le mie due ricette.
A pagina 25, troverete le mie lagane, mentre a pagina 47 le mie recchie e pizzarieddi.

Buona serata a tutti e a presto con la nuova ricetta di Babà che bontà!