mercoledì 8 febbraio 2012

La cucina ritrovata_parte seconda: il resoconto.

Come vi avevo anticipato qui, sabato 28 gennaio ho assistito alla presentazione del libro "La cucina ritrovata",  una sorta di viaggio gastronomico lungo tutto lo stivale, alla scoperta dei piatti di una volta, di quei sapori di un tempo, che difficilmente oggi troviamo sulle nostre tavole. Piatti dimenticati, ma ritrovati, che trovano una nuova vita tra le pagine di questo libro, grazie al lavoro di Andrea Guolo e dei suoi "food reporter" un po' "mangioni", che con dedizione (e ovviamente forchetta pronta!) sono andati a stanare quelle attività ristorative che ripropongono questi piatti.
Bellissima la location dove si è tenuto l'evento, Villa Ca' Zane Martin, un posto anch'esso "riscoperto" e rinato dopo anni di restauro e che da pochi mesi si è trasformata in una struttura alberghiera e ristorativa di alto livello.
Ho conosciuto Andrea, una persona simpatica e disponibile, dagli occhi illuminati dal guizzo del giornalista curioso e dedito al suo lavoro. Un'idea davvero brillante la sua, perché oltre a esaltare gli ineguagliabili sapori e profumi di un tempo, il libro è anche una vera e propria guida. Ogni ricetta, infatti, è corredata da una recensione del ristorante dove il piatto viene eseguito secondo la tradizione.
Ovviamente alla presentazione ha fatto seguito la degustazione di alcuni dei piatti veneti, raccontati nel libro.
Inenarrabili i profumi orientali del  "savor de gamberi", delizioso il " risotto co le secoe" e superbi gli "storti del Dolo". Questi ultimi non li troverete nel libro. Diciamo pure che hanno rappresentato un gentile e dolce omaggio a quanti sono intervenuti. Gli storti del Dolo sono un dolce tipico dolese, che si preparava un tempo, durante il periodo del Carnevale. Il bravissimo chef  Paolo Urbani ha ritrovato e riproposto la ricetta in maniera magistrale. Che Paolo fosse uno chef straordinario lo sapevo già, ma penso che quelle sue graziose nuvole di cialda e panna fresca rimarranno impresse nella memoria delle mie papille gustative per un bel pò!!!!!


Ovviamente, io ho fatto ritorno a casa, oltre che con la pancia piena, con una copia del libro autografata da Andrea e subito mi son messa all'opera. Dopo una "scorpacciata veneta", mi son lasciata incuriosire dai piatti della tradizione campana.  Eh, sì, ancora una volta non sono riuscita a resistere al richiamo delle origini.! Così mi son fatta far compagnia in cucina da questo bel libro e ho preparato "o' bror' e purp' " (il brodo di polpo), così come Matilde Serao lo raccontava un tempo e proprio come lo racconta oggi Camilla Nobler nel testo.
Niente di troppo difficile, un piatto semplicissimo, lo street food partenopeo di una volta, che l'hccp ha bandito definitavamente dalle strade, ma che sottobanco si trova ancora!!!!

Accompagnato da crostoni di pane semi integrale a lievitazione naturale è davvero speciale!
La ricetta della meravigliosa pagnotta, che vedete nelle foto e che il mio forno mi ha regalato qualche giorno fa, la posterò a breve. Anche perché vi e mi attendono delle belle novità riguardo alla mia passione per i lievitati! Non perdetele!


O' bror' e purp'

Ingredienti
1 polipo grande
acqua qb
sale qb
pepe qb
  • Portare a bollore un'adeguata quantità d'acqua salata.
  • Immergere il polipo ripetutamente , fino a che i tentacoli si saranno arricciati.
  • A questo punto, lasciar cuocere il polipo nell'acqua per circa 30' .
  • Quando il polipo sarà cotto, versare del brodo violaceo di cottura in una tazza, insieme qualche pezzo di "ranfa" (tentacoli)
  • Aggiungere pepe fresco, mescolare e bere il brodo pronto.